La battaglia sul fiume Trebbia del 1799 si svolge negli stessi luoghi in cui nel 218 a.C. il generale cartaginese Annibale aveva vinto le legioni romane di Scipione.

In questa occasione è l’esercito austro-russo, al comando del generale Alexander Suvorov, a fronteggiarsi con l’armata francese, guidata dal generale Étienne Macdonald.

Mentre Napoleone Bonaparte è impegnato nella difficoltosa campagna d’Egitto, per ristabilire l’Ancien Régime in tutta Europa e arginare le mire espansionistiche della Francia rivoluzionaria nella penisola italiana, Inghilterra, Austria, Prussia, Russia e Turchia costituiscono la Seconda Coalizione Antifrancese.

Soldati Rivoluzionari Francesi

Alla guida uno fra i più grandi generali del tempo, l’anziano eroe russo Alexander Suvorov, vincitore di battaglie contro polacchi e turchi. Uomo di grande prestigio e fama, passerà alla storia come uno dei pochi generali a non essere mai sconfitto in battaglia.

Nel 1799, dopo aver sbaragliato le truppe dell’Armata Francese a Cassano d’Adda, Peschiera del Garda e Pizzighettone, costringe le truppe francesi a un ripiegamento verso Liguria e Piemonte.

Nel tentativo di contrastare l’invasione austro-russa, il generale francese in capo Étienne Macdonald sceglie Piacenza (e il Fiume Trebbia), come luogo ideale dove contrattaccare.

L’esito negativo dello scontro sancirà, di fatto, la fine della neonata Repubblica Cisalpina, e del progetto pre-unitario italiano.

Napoleone sarà costretto a rientrare in patria dall’Egitto per riorganizzare l’esercito e rimediare alla grave crisi militare e politica che stava disgregando il Direttorio rivoluzionario; sfrutterà questa situazione per concepire il Colpo di stato del 18 brumaio (1799), primo passo verso l’istituzione del suo Impero.

I francesi passano il Po a Piacenza, 7 maggio 1796 (Giuseppe Pietro Bagetti)
I francesi passano il Po a Piacenza, 7 maggio 1796 (Giuseppe Pietro Bagetti)

Battaglia del Trebbia

Tra il 17 e il 20 giugno 1799 le campagne ed alcuni comuni della bassa val Trebbia e Luretta sono lo scenario della battaglia tra le truppe francesi e quelle austro-russe.

A quel tempo, il territorio tra Piacenza e Rivalta è ricco di villaggi, strade, coltivi e campanili, che con i loro rintocchi scandiscono il lavoro della campagna.

I comunelli coinvolti nelle fasi cruciale dello scontro sono: Gragnano Trebbiense, Sant’Antonio, Gossolengo e Tuna (Rivalta) assieme alle frazioni di Malpaga, Casaliggio, Campremoldo, Quartazzola, Ciavernasco e Settima.

Sul campo di battaglia circa 60mila soldati.

Battaglia del Trebbia giugno 1799 (Alexander Kotzebue)
Battaglia del Trebbia, 17-19 giugno 1799 (Alexander Kotzebue)

Il 17 giugno 1799 le prime battute dello scontro sono a Ponte Tidone, tra Castel San Giovanni e Rottofreno, quando le avanguardie austro-russe giungono nel territorio del Ducato di Piacenza.

Il 18 e 19 giugno, la lotta si protrae in bassa Val Trebbia, i due eserciti sembrano prevalere uno sull’altro a fasi alterne. Oltre ai combattimenti, numerosi gli episodi di violenza e saccheggi ai danni della popolazione locale, perpetrati anche da soldati sbandati o disertori di entrambe le fazioni.

Dal diario dell’allora arciprete di Tuna, Don Gaetano Muggiani:

«La notte del 18 giugno cominciò ad essere fatale per me e la mia chiesa, mentre una banda di russi armati, staccatisi dal campo verso l’ora di notte, entrò in canonica e dopo aver mangiato e bevuto cominciò a spogliarla di quanto v’era fracassando con le scuri bureau e canterani. Non contenti di questo, i soldati entrarono in chiesa e dopo aver razziato quanto poterono si ritirarono al campo con il loro bottino».

Nel tardo pomeriggio del 19 Don Lazzaro Maestri della parrocchia di Gossolengo, testimonia:

«Mentre il combattimento si faceva di gran valore anche in vicinanza di questa mia chiesa. Non vedendomi sicuro nella torre bersagliata da alcune cannonate che le fischiavano d’intorno, mentre la zuffa già impegnava gli eserciti, risolvetti di scendere dalla torre e ginocchioni mi misi davanti al SS. Sacramento, ma detta recita fu interrotta dall’arrivo di tre francesi che mi minacciavano di morte».

All’alba del 20 giugno 1799, l’esercito austro-russo vince definitavamente la Battaglia della Trebbia. I soldati del Generale Suvorov occupano Piacenza, mentre i francesi di MacDonald con il resto dell’Armata d’Italia si ritirano attraverso i monti liguri del Genovesato per poi sostenere nel basso Piemonte, a Novi Ligure, un’altra battaglia contro le forze della Seconda Coalizione antifrancese.

“Mappa della Battaglia”

Fine della Seconda Coalizione

Dopo le schiaccianti vittorie riportartate tra Novi e Piacenza (Trebbia), Suvorov decide di marciare seguendo la direzione Lione – Parigi, verso la Francia. Nessun esercito in tutta Europa pare in grado di fermarlo e persino Napoleone, appena tornato dall’Egitto, chiede: «Dov’è Suvorov?».

Ma l’alleanza tra le forze della coalizione austro-russa comincia a vacillare, per timore che l’influenza della Russia divenga troppo grande. Suvorov viene tradito dagli austriaci, i quali inizano a non rifornirlo regolarlmente di approvvigionamenti.

Il 25 agosto 1799, giunge anche una lettera dell’Imperatore austriaco Francesco II che gli intima di abbandonare i progetti di attacco contro i francesi verso Genova, ponendo definitivamente fine alla sua missione in Italia.

Gli austriaci avevano avuto bisogno dei russi solo per recuperare il proprio potere in Italia ed annettere il Piemonte ai propri domini. Così Suvorov ormai settantenne, affronta un’ulteriore dura prova: passare, alla testa delle sue truppe, attraverso le cime innevate delle Alpi Svizzere, presso il passo del San Gottardo, per poi ferito e malato ritirarsi in patria.

Per la sua grande abilità strategica, Suvorov viene elevato al rango, senza precedenti, di Generalissimo.

Le divisione e i contrasti della coalizione antifrancese permetterano a Napoleone di consolidare il suo potere e organizzare un nuovo esercito nei pressi di Ginevra e nel Vallese.

Il 20 maggio 1800, a due giorni dalla morte di Suvorov a San Pietroburgo, Napoleone valicherà le Alpi Italiane presso passo del Gran San Bernardo.

Il 14 giugno 1800, la vittoria a Marengo ripristina il predominio francese in Italia e consolida definitivamente il prestigio e il potere del “Primo ConsoleBonaparte in patria.