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“La Vecchia Scuola” ha accolto gli alunni della zona di Rivalta dagli anni Trenta agli anni Settanta.

Durante questo periodo è stata dimora per le insegnanti e sede di colonie estive per i bambini delle famiglie svantaggiate.

Il pozzo costruito nel giardino inoltre l’aveva resa uno degli edifici più importanti per la popolazione locale, costituita soprattutto da agricoltori e allevatori.

Oggi ospita un tranquillo B&B e la sede dell’Associazione di Promozione Sociale “Il Grumo”.

Storia

Regno d’Italia

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Nessuna traccia di edifici scolastici sulla mappa del Catasto Napoleonico e negli estimi medievali.

Ai tempi del Regno d’Italia le lezioni per i pochi bambini privilegiati, cioè quelli non impegnati nei campi dalle famiglie di contadini, erano svolte in un locale privato vicino all’arco d’ingresso del Borgo, dove si trovava anche la sede del “Comune di Rivalta Trebbia”.*

Nell’ area corrispondente alla “Vecchia Scuola” invece, poco distante lungo la strada che conduce a Piacenza, c’era un “Casino delle acque”, piccolo edificio rurale a protezione del pozzo, di origine ben più antica.

* La struttura, ancora oggi abitata, è ben visibile in cima alla via di accesso al Borgo.

Elementari e Serali

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La storia vera e propria della scuola ebbe inizio nel 1931, quando dopo anni di progetti e ricerche, il comune stanziò i fondi necessari alla costruzione di un edificio appositamente dedicato all’istruzione di base della popolazione locale.

L’area in cui sorgeva il vecchio “Casino delle acque” venne scelta per l’edificazione della nuova sede, con un’aula per gli alunni dalla prima alla terza, una per la quarta, la mensa con forno a legna* nei locali del seminterrato e l’alloggio delle due maestre al primo piano.

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Queste conducevano la vita e le attività della scuola lavorando molto duramente: insegnavano tutte le materie scolastiche accorpando classi diverse durante il giorno, tenevano corsi di alfabetizzazione per adulti la sera e si occupavano dell’amministrazione dei beni e delle risorse della scuola.

* Oltre ad alimentare il forno della mensa, la legna costituiva l’unica fonte di riscaldamento, fornita in gran quantità dal Comune e conservata nello specifico vano della cantina, conservato intatto fino ad oggi. Gli alunni erano incaricati di recarsi in legnaia a turno per riattizzare la stufa in terracotta dell’aula.

Pozzo

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Il progetto del ’31 portò anche all’ampliamento del pozzo, a beneficio della scuola e degli abitanti della frazione, costretti fino allora ad attingere l’acqua dal fiume Trebbia con grandi botti.

Anche il vicino Borgo venne così finalmente rifornito di acqua potabile, erogata da una fonte pubblica nella piazzetta principale.

Colonia

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A partire dal 1938 i figli delle famiglie numerose, delle mondariso e degli arruolati vennero accolti nella “Colonia Climatica del Trebbia”, un soggiorno estivo gratuito con giochi e attività educative all aperto.*

Nata nell’ottocento per iniziativa della Croce Rossa e solo in seguito gestita e diffusa dal regime fascista, l’esperienza della colonia costituì per molti la prima occasione di svago e di scoperta del territorio.

Malgrado la forte connotazione ideologica infatti, le escursioni, i bagni in Trebbia, le visite al Borgo e le attività nei locali della Scuola, contribuirono a scardinare un contesto sociale ostinato, di origine feudale, nel quale i bambini erano semplicemente risorse prive di diritti, destinate al lavoro stagionale in agricoltura e allevamento.

*L’esposizione al sole e all’aria salubre del fiume era considerata un toccasana per carenze alimentari e malformazioni.

Dopoguerra

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Passata la Seconda Guerra Mondiale l’attività della scuola proseguì regolarmente per oltre un decennio.

Il benessere portato dalla ricostruzione, il boom economico e demografico che fece degli anni sessanta un periodo di forte espansione e rinnovamento sociale, nella zona si tradusse in un forte aumento di case di villeggiatura e residenti dalla vicina città di Piacenza.

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Questo profondo cambiamento portò alla dismissione dei piccoli edifici scolastici rurali come quello di Rivalta, che vennero sostituiti nei principali capoluoghi della provincia, ben collegati per mezzo di Scuolabus. La Scuola, messa in vendita dopo trent’anni di servizio, divenne così abitazione privata.

Duemila

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Solo negli ultimi tempi l’aula grande del piano terra che un tempo ospitava i bambini della classe elementare ha ripreso vita grazie all’intervento dell’Associazione “Il Grumo”.*

Le conferenze legate allo sviluppo turistico della zona, le ricerche storiche, i concerti e le attività culturali organizzate hanno restituito all’edificio lo status di punto di riferimento e laboratorio sociale che ha sempre vantato, nel corso della sua storia centenaria.

L’interesse per le tematiche ambientali, per le nuove forme di turismo responsabile e sostenibile hanno infine portato all’apertura di un piccolo Bed and Breakfast, particolarmente apprezzato da viaggiatori internazionali, cicloturisti ed amanti dell’eno-gastronomia italiana.

* Responsabile tra l’altro, della realizzazione e manutenzione di questo sito.

Turismo

Bed and Breakfast

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Oltre all’aula grande dedicata alle attività del’Associazione “Il Grumo”, l’edificio ospita un tranquillo Bed & Breakfast particolarmente comodo per la visita al Borgo di Rivalta e al Parco del Trebbia.*

Gli ampi spazi interni e il bel giardino garantiscono ai visitatori un soggiorno appartato e rilassante, mentre la vicinanza a Piacenza, alle bellezze di Val Trebbia, Val Luretta e Val Tidone, ne fanno un punto d’appoggio perfetto per esplorazioni culturali, naturalistiche ed enogastronomiche.

* Entrambi raggiungibili in pochissimi minuti attraverso la pista ciclo-pedonabile che parte di fronte al cancello d’ingresso.

Cicloturismo

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Uno dei modi migliori per raggiungere e visitare la zona è in sella ad una bici.

La Ciclovia del Trebbia infatti parte dalla stazione di Piacenza, a soli 16 Chilometri di distanza; da qui è piacevole pedalare attraverso le vie del centro storico, i campi della pianura e il piccolo paese di Gossolengo, sino al Ponte di Tuna.*

Arrivati sul fiume si gode di una delle viste più ampie e affascinanti sul greto e il terrapieno del castello. Giunti sulla riva opposta si svolta a sinistra al bivio e si seguono le indicazioni sino a scorgere l’inconfondibile profilo del torresino. La Vecchia Scuola si trova proprio sul grande incrocio prima del Castello, a destra.

* Fare attenzione a questo tratto di ciclovia non ancora protetto da barriere.

Mappa

In Macchina

Da Autostrada A1(Milano/Napoli), uscita PIACENZA SUD:

Da Autostrada A21(Torino/Brescia), uscita CASTEL SAN GIOVANNI:

Coordinate per il navigatore (Google Maps): 44.952298, 9.586798

In Bicicletta

Da Piacenza:
percorrere la Strada Agazzana (S.P.28). Passare i paesi Vallera, Gossolengo e la località La Rossia. Poco dopo sulla destra svoltare in direzione Rivalta/Gazzola/Agazzano. Attraversare il Ponte di Tuna. In fondo al ponte girare a sinistra, passare la discoteca Avila (che si trova sulla destra) e la Pizzeria Ghisona (che si trova sulla sinistra).
Avanti 1,5 km circa sul bivio Piozzano/Gazzola/Agazzano subito sulla destra la meta.

Da Travo:
percorrere la Strada Provinciale 40 (S.P.40). All’incrocio svoltare a sinistra tenendo la direzione Statto/Croara/Rivalta. Passare Statto proseguire verso Croara e Rivalta. Arrivato a Rivalta passato il Borgo Medievale proseguire, ed all’incrocio per Piozzano/Gazzola/Agazzano girare a sinistra, la meta si trova subito sulla sinistra.

Da Gazzola:
percorrere Via San Rocco in direzione Piacenza/Rivalta. Percorrere tutta la strada passando la Località Balletta. Successivamente Località Rivalta. La meta si trova appena prima della incrocio per Piacenza/Gragnano sulla sinistra.

In Treno

Le stazioni ferroviarie più vicine sono:

Stazione Ferroviaria Piacenza:

Stazione Ferroviaria Castel San Giovanni:

In Aereo

Gli aeroporti più vicini sono:

Arrivati in Aeroporto è possibile:

  • Noleggiare l’auto per spostarsi autonomamente;
  • Usufruire del servizio navetta negli areoporti di Bergamo, Milano Linate, Milano Malpensa e Bologna per andare direttamente nelle stazioni ferroviarie delle città.