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Non lontano da Piacenza, il piccolo Borgo di Rivalta conserva l’architettura originale di abitazioni private, taverne, ristoranti, negozi e strutture religiose medievali.

I Conti Zanardi Landi, discendenti della famiglia feudale trecentesca, abitano ancora oggi la sontuosa residenza signorile, circondata dal magnifico parco di impianto settecentesco, con alberi secolari e giardino all’inglese.

All’interno del castello sono visitabili gran parte degli oltre cinquanta ambienti con arredi d’epoca, tra cui la Sala d’armi dedicata alla Battaglia di Lepanto, i musei dell’arte sacra, delle esplorazioni e del costume militare.

Storia

Ripa Alta

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Abitato sin dall’antichità, il territorio intorno a Rivalta fu occupato da Liguri, Etruschi e Celti.

Non abbastanza numerosi per resistere all’invasione dei Romani, questi subirono una lenta ma inesorabile colonizzazione, a partire dalla fondazione della prima colonia nell’Italia settentrionale “Placentia”, distante solo 16 km.

In particolare l’area del fiume, caratterizzata dall’ampio greto, dai pianori acquitrinosi e dai boschi del primo Appennino, fu teatro nel 218 a.C. della famosa “Battaglia della Trebbia”, nell’ambito della Seconda Guerra Punica.*

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Il territorio paludoso fu poi bonificato ed ebbe nei secoli successivi un’importanza strategica per le spedizioni militari ed i commerci tra la Pianura Padana e il mare di Genova. Per questo all’imbocco della Val Trebbia, venne eretta una torre di guardia sulla riva più alta del fiume, dalla cui definizione, “Ripa Alta”, il borgo prende il nome.

* In ricordo dell’evento è stata recentemente posta presso il “Ponte di Tuna” la statua di un elefante da guerra cartaginese.

Alto Medioevo

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Con la caduta dell’Impero Romano la roccaforte diventò prima dominio longobardo, poi franco.*

Le invasioni barbariche ne costrinsero la fortificazione, con il massiccio dongione quadrato, la cinta muraria, l’arco d’ingresso e il fossato, e grazie a ciò Rivalta divenne uno dei più importanti baluardi militari dell’Emilia occidentale.

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Nel frattempo gli abitanti del luogo abbandonarono le coltivazioni e divennero piccoli artigiani, taglialegna, cacciatori, pescatori, pastori di ovini e suini selvaggi nei boschi locali, sempre più vasti e abbondanti. C’era anche chi riscuoteva pedaggi traghettando persone, animali e materiali da una sponda all’altra del fiume, con tariffe variabili in base all’orario ed alle condizioni del tempo (di notte o con l’acqua alta i prezzi raddoppiavano). Altri infine avevano il compito di sorvegliare i dintorni dalla cima di piccole torri di avvistamento dette “Caminate”.**

* A conferma di ciò la chiesa del Borgo dedicata a S.Martino Vescovo, venerato da entrambi i popoli.

** Il nome deriva dal camino centrale utilizzato per comunicare la presenza di pericoli tramite segnali di fumo.

Guelfi e Ghibellini

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Nei primi anni del 1000 il complesso di Rivalta fu donato ai Benedettini del monastero San Savino di Piacenza dall’imperatore di Germania, che era in lotta con i signori feudali per estendere il proprio dominio in Italia.

L’abate del monastero (Landi di Cerreto) concesse la coltivazione del feudo alla locale famiglia “de Ripalta”, che in seguito ne entrò in possesso.

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Tra assedi e cambi di proprietà, anche Rivalta fu coinvolta nello scontro tra Guelfi, fedeli al papato, e Ghibellini, fedeli all’imperatore; in realtà, a Rivalta come nel resto d’Italia, sotto la copertura della divisione tra Guelfi e Ghibellini ci si affrontò per spartizioni e scontri di interesse locali.

Così nel 1255 il ghibellino Oberto Pallavicino, vicario imperiale a Piacenza, ordinò la distruzione di una serie di fortilizi di parte Guelfa tra cui Rivalta.

I Landi

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Agli inizi del 1300 il nobiluomo Obizzo (o Opizzone) Landi comprò le rovine del Castello dalla locale famiglia “de Ripalta”; nella ricostruzione fortificò ulteriormente la struttura, intenzionato com’era a conquistare la vicina Piacenza, sottraendola al dominio dell’amico Galeazzo Visconti, Duca di Milano e sostenitore dell’Imperatore.*

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La reazione fu però più forte del previsto e portò a tre mesi di assedio al Castello e alla fuga di Obizzo, costretto a chiedere aiuto alle truppe pontifice, interessate ad estendere il dominio Guelfo sulla città di Piacenza. La mossa si rivelò vincente e portò alla sconfittà definitiva dei Visconti e all’affermazione della famiglia Landi.

I discendenti di Obizzo fecero fortuna con attività mercantili e bancarie di livello internazionale, aumentarono il loro potere acquistando terreni e proprietà fino ad ottenere il grado di “principi sovrani” dello “Stato Landi”, riconosciuto dal Sacro Romano Impero.**

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Dalla metà del 1400 la Rocca venne trasformata in una residenza signorile. Per la loro fedeltà alla dinastia del Ducato di Milano, tornata a governare Piacenza, i Landi furono nominati Conti e ottennero il permesso di tenere un mercato commerciale all’interno del borgo, che attirò traffici e cambia valute ebrei, a beneficio della popolazione locale. Rivalta diventò in questo modo Capoluogo di Comune.

*In ricordo di Obizzo, ancora nel ‘900 il torrione fortificato all’ingresso del borgo è detto “Torrione opizzone”.

**Per quasi quattro secoli la famiglia Landi resse i territori dell’Appennino Emiliano-Ligure, fino alla cessione ai Farnese del Ducato di Parma e Piacenza, con i quali avevano frequenti scambi commerciali.

Ducato

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Alla metà del 1500 Papa Paolo III Farnese occupò i territori a sud del Po creando il Ducato di Parma e Piacenza per il figlio Pier Luigi. La confisca di terre e ricchezze a danno dei signori locali aumentò enormemente il potere della sua famiglia e quando sul finire del 1600 si estinse il ramo principesco dei Landi, anche i possedimenti di Rivalta subirono la stessa sorte, gli eredi furono addirittura privati del diritto di controllo sulle acque del Trebbia e isolati nel piccolo marchesato di Gambaro in Val Nure.

Tutto ciò si ripercosse sulla popolazione del borgo che subì saccheggi, assedi e devastazioni per i secoli seguenti.

Nel 1600 fu assediato da seimila soldati spagnoli nell’ambito della guerra tra Francia e Spagna.

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Nel 1700, con la “Battaglia di Piacenza” fu saccheggiato dagli austriaci vittoriosi sui francesi e spagnoli per la conquista del Ducato da parte dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.

Alla fine dello stesso secolo, durante la campagna antinapoleonica guidata dal generale russo Suvorov, si svolse nelle vicinanze del fiume la “Battaglia della Trebbia”, in cui 66.000 uomini tra Francesi e Russi si fronteggiarono duramente arrecando seri danni e devastazioni al borgo e al castello.*

* Nonostante la vittoria, contrasti e indecisioni interne alla coalizione antifrancese favorirono il ritorno in Italia di Napoleone, che nel 1815 affidò il Ducato alla moglie Maria Luigia d’Austria, la “Duchessa più amata dal popolo” per le sue opere filantropiche a beneficio delle fasce meno abbienti, fino alla sua morte nel 1847.

Comune

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Nel 1800, si estinse anche il ramo degli ultimi Landi di Rivalta e il castello passò ai parenti della famiglia Landi più prossimi; il plebiscito dell’Unità d’Italia decise la fine del Ducato e l’annessione all’emergente Regno di Sardegna.*

Questo causò la perdita di molte attività e un conseguente decadimento sociale ed economico, ma lo sviluppo del mercato interno al Borgo consentì la sopravvivenza del “Comune di Rivalta”.

Infine sul finire dello secolo la sede comunale venne trasferita nella vicina Gazzola, una piccola frazione agricola a pochi chilometri di distanza, con l’istituzione del “Comune di Gazzola”.

*La vicina città di Piacenza, che nel 1848 era stata la prima a votare per l’annessione allo stato sabaudo, meritò per questo il titolo di “Primogenita del Regno d’Italia”.

Fantasmi

Pietro Zanardi Landi

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Tra storia e leggenda, anche il Castello di Rivalta ha i suoi “strani inquilini”.

Il fantasma più famoso è quello del genero di Obizzo Landi: Pietro Zanardi Landi.

Obizzo e la moglie Bianchina avevano tre figli, un maschio e due femmine.

Alla morte del grande feudatario, quando l’unico figlio maschio fu assassinato in un’imboscata, il Castello passò alle sorelle ed ai rispettivi mariti, Pietro Zanardi Landi e Galvano Landi, che si contesero a lungo l’eredità, fino all’uccisione di Pietro, e alla vittoria di Galvano.

Da allora lo spirito di Pietro avrebbe vagato nel castello, perseguitando gli ospiti e la discendenza di Galvano fino alla fine dell’Ottocento, quando la proprietà venne assegnata all’altro ramo della famiglia, quello degli Zanardi Landi per l’appunto.

Finalmente ristabilita la giustizia, Pietro scomparve; nel 1970 tuttavia, quando gli eredi della famiglia Zanardi Landi vollero ospitare un ignaro discendente di Galvano, si manifestò un’ultima volta disturbandone il sonno.

Cuoco Giuseppe

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Giuseppe, cuoco della famiglia nel 1700, fu ucciso per vendetta dal maggiordomo, a cui aveva insidiato la moglie. La sua fama si deve soprattutto ad una serata negli anni ottanta del ‘900, in cui nel castello fu ospite la principessa Margaret d’Inghilterra (sorella minore della Regina Elisabetta); si sarebbe infatti divertito a spegnere e accendere elettrodomestici, spostare oggetti e quadri, soprattutto nell’ala del castello in cui si trova la vecchia cucina.

Ancora oggi quando questa è molto affollata, il cuoco Giuseppe, torna a manifestarsi in maniera buffa e scherzosa.

Bianchina

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La leggenda vuole che anche Bianchina, la bellissima moglie di Obizzo Landi, signore di Rivalta nel XIV secolo, sia legata a vicende al confine tra realtà e invenzione.

Si dice infatti che fu insistentemente corteggiata dal Duca di Milano e amico di Obizzo, Galeazzo Visconti, e che furono proprio tali avances a guastare il rapporto tra il Duca e il feudatario, in seguito acerrimi nemici.

Su questo tema e sulla figura di Bianchina nell’Ottocento Luigi Marzolini scrisse un vero e proprio romanzo chiamato: “Bianchina Landi; ossia, la Cacciata di Galeazzo Visconti da Piacenza. Racconto storico del secolo XIV”. All’inizio del romanzo l’autore descrive Rivalta basandosi sulle sue osservazioni dirette, è quindi testimonianza dell’ambiente di quasi due secoli fa.

Turismo

Mura

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La visita al Borgo di Rivalta non può partire che dalla parte più esterna del complesso, con l’Oratorio della Madonna del Ponte, le mura perimetrali, l’arco d’ingresso e le torri di avvistamento.

Arrivando dal parcheggio sulla strada statale è quindi possibile ammirare il curioso sacello ottagonale, ricavato in prossimità dell’antico ponte levatoio, la cinta muraria con la Torre Sud e il Dongione d’ingresso dedicato a Obizzo Landi.

Questo in particolare costituisce la parte più antica di tutto il Borgo e si presenta come un torrione a pianta quadrata di 36 metri a mattoni e ciottoli, che in origine serviva da punto di osservazione ed ultimo rifugio in caso di assedio.*

Da qui, varcando l’unica porta del Borgo si può proseguire verso l’interno e visitare le strade dell’abitato.

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Diversamente scendendo un piccolo sentiero sulla sinistra, segnato da un piccolo cartello del Parco Fluviale del Trebbia, è possibile addentrarsi nel fossato del Castello, fino al vasto greto del fiume, da cui si gode la vista più spettacolare sul Castello di Rivalta, con l’inconfondibile torresino, il terrapieno e le terrazze della residenza signorile.**

* Ben visibili ancora oggi i segni dei colpi di artiglieria, subiti nei numerosi attacchi.
** Indispensabili per la discesa del sentiero scarpe ed indumenti adatti.

Borgo

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Varcato l’ingresso del Borgo si gode di una magnifica prospettiva sul primo dei due selciati principali.*

Percorrendolo, sulla sinistra si incontra dapprima la sede temporanea del Museo delle Cere, poi l’ingresso del Parco e della residenza signorile, infine la biglietteria del castello e la facciata della Chiesa di S.Martino.

Sulla stessa via, a destra, da segnalare il famoso ristorante “Antica Locanda del Falco”, che oltre a proporre piatti tipici della tradizione piacentina, commercializza una vasta selezione di prodotti locali.

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L’altra via principale invece conduce alla bella piazzetta “delle Scuderie”, percorrendola si incontrano nell’ordine: la bottega di vini e prodotti locali “Re di Coppe”**, il caratteristico Caffè di Rivalta, l’esclusivo Albergo “Residenza Torre di San Martino”, e il rinomato ristorante “La Rocchetta”.***

Nelle vie secondarie del Borgo poi si trovano vari negozi e studi di artigianato, oltre che naturalmente le abitazioni private dei residenti.

* Data la delicatezza del ciottolato e la ristrettezza delle vie, l’accesso è completamente chiuso al traffico; è tuttavia possibile parcheggiare auto e bus nei due comodi parcheggi esterni, gratuiti ma non custoditi.
** Ricavata all’interno del torrione detto “dell’Opizzone”, l’antico Dongione del Borgo.
*** Tra i bellissimi ambienti storici che lo ospitano, di assoluto interesse è la sala quattrocentesca della “Scuderia Rurale”, al cui interno venivano un tempo rifugiati gli animali utilizzati nella coltivazione del feudo.

Castello

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Il Castello di Rivalta, oltre ad essere l’edificio più importante e caratteristico del Borgo, è uno dei maggiori monumenti Piacentini; vero fiore all’occhiello della provincia per originalità architettonica, rilevanza storica e collocazione, si distingue anche per il ricco programma di eventi e percorsi organizzati.

La visita guidata parte dalla biglietteria* a fianco del sagrato della chiesa e comprende:

  • il parco e la facciata settecenteschi della residenza
  • il cortile porticato con la scala e il loggione
  • il salone d’onore, la sala da pranzo e le camere da letto
  • la galleria d’arte e la sala del biliardo
  • le cucine, la cantina e le prigioni

Infine la scoperta del castello non può dirsi completa senza i musei dedicati alla Battaglia di Lepanto, al costume militare, all’arte sacra e alle esplorazioni, senza dimenticare la salita al celeberrimo “Torresino”, il vero simbolo di Rivalta, indissolubilmente legato a lugubri dicerie e alla figura del famoso Architetto Pietro Antonio figlio di Guiniforte Solari.**

* Per qualsiasi informazione riguardo ai giorni di apertura, agli orari di visita, alle tariffe e agli sconti praticati si rimanda al sito ufficiale del castello o al numero di segreteria indicato.
** Si dice che l’interno cavo della torre, ancora oggi irto di punte metalliche, fosse una trappola mortale per gli ignari nemici del principe, attirati nel punto più alto del castello con una scusa e poi spinti giù senza possibilità di salvezza. Il progetto della struttura sarebbe attribuito a Pietro Antonio Solari, noto in Russia come Pëtr Antonin Frjazin perché chiamato dallo Zar per edificare le torri difensive del Cremlino, muore a Mosca nel 1493.

Chiesa di San Martino

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La Chiesa del Borgo è dedicata a Martino di Tours.*

Vissuto tra Pannonia, Italia e Gallia nel quarto secolo il Santo fu particolarmente venerato da Longobardi e Franchi, cui si deve probabilmente la diffusione del culto nella zona di Rivalta nei secoli VII-VIII e l’edificazione della parrocchia, intorno all’anno 1000. Lo conferma anche la posizione in un luogo fortificato, adatto ad ospitare e difendere la chiesa, contro assalti anche armati.

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Distrutta e ricostruita molte volte, la struttura ha mantenuto nel corso dei secoli un’eleganza sobria e un atmosfera raccolta, grazie alla semplicità dei volumi e alla scarsità di fonti di luce.

Le due coppie di cappelle ad opera di Giuseppe Turbini ai lati e la “Madonna con bambino” del fiammingo Jan Herman Geernaerth, costituiscono l’unica concessione decorativa all’essenzialità della navata. Per quanto riguarda la visita, è possibile nei giorni festivi, prima e dopo le celebrazioni eucaristiche.

* Da notare sopra al portale d’ingresso il busto in terracotta Cinquecentesco, raffigurante il Santo Vescovo di Tours con i paramenti liturgici, e il bassorilievo sulla facciata della canonica, con la famosa scena del taglio del mantello.

Museo delle Cere

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Il Museo delle Cere è una delle novità del Borgo, nonchè l’unica raccolta di questo tipo presente in tutto il Nord Italia. Attualmente è in allestimento a Grazzano Visconti e sempre arricchito di nuovi personaggi.

Nato dalla collaborazione tra alcuni dei maggiori esperti italiani in effetti speciali per il cinema e costumisti di fama internazionale, guida il visitatore in un excursus storico-culturale delle maggiori personalità piacentine.

Tra i pezzi più famosi sicuramente:

Eventi

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Uno degli aspetti più belli del Borgo di Rivalta è sicuramente quello di mantenersi vivo e stimolante attraverso un ricco programma di eventi, manifestazioni ed iniziative turistiche.

Per i prossimi Eventi: Castello di Rivalta *

* Per qualsiasi informazione riguardo ai dettagli, agli orari, alle tariffe e agli sconti praticati si rimanda al sito ufficiale del castello o al numero di segreteria indicato.

Mappa

In Macchina

Da Autostrada A1(Milano/Napoli), uscita PIACENZA SUD:

Da Autostrada A21(Torino/Brescia), uscita CASTEL SAN GIOVANNI:

Coordinate per il navigatore (Google Maps): 44.9508552, 9.5912821

In Bicicletta

Da Piacenza:
percorrere la Strada Agazzana (S.P.28). Passare i paesi Vallera, Gossolengo e la località La Rossia. Poco dopo sulla destra svoltare in direzione Rivalta/Gazzola/Agazzano. Attraversare il Ponte di Tuna. In fondo al ponte girare a sinistra, passare la discoteca Avila (che si trova sulla destra) e la Pizzeria Ghisona (che si trova sulla sinistra).
Avanti 1,7 km, superato il bivio Piozzano/Gazzola/Agazzano, subito sulla sinistra la meta.

Da Travo:
percorrere la Strada Provinciale 40 (S.P.40). All’incrocio svoltare a sinistra tenendo la direzione Statto/Croara/Rivalta. Passare Statto proseguire verso Croara. Arrivati a Rivalta il Borgo Medievale si trova subito sulla destra.

Da Gazzola:
percorrere Via San Rocco in direzione Piacenza/Rivalta. Percorrere tutta la strada passando Località Balletta. Successivamente Località Rivalta. All’incrocio per Piacenza/Gragnano svoltare a destra in direzione Rivergaro. Dopo 500 m si è giunti al Borgo Medievale.

In Treno

Le stazioni ferroviarie più vicine sono:

Stazione Ferroviaria Piacenza:

Stazione Ferroviaria Castel San Giovanni:

In Aereo

Gli aeroporti più vicini sono:

Arrivati in Aeroporto è possibile:

  • Noleggiare l’auto per spostarsi autonomamente;
  • Usufruire del servizio navetta negli areoporti di Bergamo, Milano Linate, Milano Malpensa e Bologna per andare direttamente nelle stazioni ferroviarie delle città.